Come agisce l’alfa arbutina sulla decolorazione

alfa arbutyna na przebarwienia

Aggiornato recentemente il: Dicembre 14th, 2022

L’alfa-arbutina (idrochinone α-glucoside) è un composto sintetico ottenuto dall’idrochinone o dalla beta-arbutina, ampiamente utilizzato nelle materie prime vegetali. Analogamente all’idrochinone, ritirato nel 2001 a causa delle proprietà cancerogene, l’alfa arbutina agisce in modo molto efficace contro la decolorazione della pelle ed è usata nei cosmetici come sostituto più sicuro.

Da dove viene la decolorazione?

I disturbi della pelle pigmentata come la decolorazione (iperpigmentazione) e lo scolorimento (ipopigmentazione) sono principalmente associati alla melanogenesi, ovvero alla produzione di melanina, il pigmento naturale della pelle. La sintesi di questo composto è influenzata da molti fattori, che vanno da fattori genetici ed epigenetici a fattori ormonali, nutrizionali e ambientali, principalmente i raggi UV.

L’amminoacido endogeno tirosina gioca un ruolo chiave nella sua formazione. Viene convertito dalla tirosinasi in L-DOPA (L-3,4-diidrossifenilalanina) e quindi ossidato a dopachinone, da cui si forma la melanina. Disturbi in questo percorso di sintesi portano ad anomalie nella produzione di melanina, che possono essere associate sia alla sovrapproduzione del colorante – con conseguente decolorazione, sia alla sua carenza – all’insorgenza di scolorimento, vitiligine, albinismo.

Come funziona l’alfa-arbutina?

Il meccanismo d’azione dell’alfa-arbutina è strettamente correlato al processo descritto di melanogenesi. Inibisce l’attività della tirosinasi, che è il principale enzima responsabile della sintesi della melanina, e riduce così la produzione del pigmento che provoca la decolorazione. Allo stesso tempo, a differenza del suo precursore – l’idrochinone, non influenza l’espressione e la sintesi dell’mRNA, quindi non ha un effetto citotossico sui melanociti.

L’azione dell’alfa-arbutina sulla decolorazione è correlata non solo al suo effetto inibitorio della tirosinasi, ma anche alle sue proprietà antiossidanti. Questo composto è un potente antiossidante che protegge le cellule (compresi i fibroblasti cutanei) dallo stress ossidativo eliminando e limitando la produzione di radicali liberi. Questa azione può anche tradursi nel suo effetto benefico sul tono della pelle, perché i radicali liberi svolgono anche un ruolo nella produzione di melanina: si formano nell’ossidazione della L-DOPA in dopachinone.

L’alfa-arbutina è sicura?

L’alfa-arbutina, a causa della sua stretta relazione con l’idrochinone, solleva polemiche relative alla sicurezza del suo utilizzo. Sono correlate non solo alla somiglianza strutturale, ma anche a studi che dimostrano che può essere metabolizzato in piccola misura nell’idrochinone tossico. Questo processo avviene sia nel fegato (soprattutto dopo somministrazione orale) sia come risultato dell’interazione con la flora batterica della pelle o dell’azione dei raggi UV.

I risultati della ricerca indicano, tuttavia, che si tratta di un composto molto più sicuro dell’idrochinone e il suo utilizzo, anche a concentrazioni più elevate, non è associato a frequenti effetti collaterali, come reazioni allergiche o irritazioni cutanee. Inoltre l’alfa-arbutina non è risultata cancerogena.

Tuttavia, vale la pena ricordare che la sua decomposizione sotto l’influenza delle radiazioni UV può verificarsi non solo dopo l’applicazione sulla pelle, ma dipende anche dalle condizioni di conservazione e produzione dei preparati cosmetici: ciò influirà non solo sulla loro sicurezza, ma anche sulla loro efficacia.


Bibliografia:

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